La produttività non è una questione di quantità di lavoro ma di qualità.

Una delle cose che più mi ha colpito dell’intervista che David Rubenstein ha fatto a Jeff Bezos, è che il fondatore di Amazon dorme 8 ore per notte e dopo le 5 del pomeriggio non prende più decisioni. Mi ha colpito perché questa immagine va contro lo stereotipo del manager o dell’imprenditore stacanovista che fa a gara con i suoi colleghi a chi lavora più ore, e mette in luce un aspetto importante del lavoro, ovvero che la produttività non è una questione di quantità ma di qualità. Non conta quanto lavoriamo ma come lavoriamo. Lavorare tutti i giorni senza avere orari non solo è insostenibile (prima o poi le energie si esauriscono) ma è anche controproducente perché limita la nostra capacità di concentrarci e quindi prendere le giuste decisioni o avere la giusta visione. In un recente post su LinkedIn Adam Grant, professore e autore di bestseller internazionali, ha dimostrato come per avere più successo ed essere più produttivi dovremmo lavorare massimo sei ore al giorno, ovvero finire la giornata lavorativa alle 15.00. Magari finire alle 15.00 è esagerato ma penso che una vita lavorativa più organizzata e più breve ci permetterebbe di lavorare molto meno e molto meglio.