BookCity, lavoro e disuguaglianza.

Sabato sono stato ospite di BookCity dove ho parlato di lavoro e futuro del lavoro insieme a Donatella Sciuto, Ivan Berni, Alberto Meomartini e Nicola Zanardi. Sono emersi molti spunti interessanti. Tra questi c’è un tema, di cui ho parlato anche in altre occasioni, ma che trovo fondamentale. Il tema della automazione del lavoro è molto legato a quello della disuguaglianza economico-finanziaria perché un futuro in cui i robot faranno il lavoro dell’uomo è un futuro di abbondanza, un futuro in cui si potrà produrre più ricchezza con meno costi. Il punto è capire se sarà un’abbondanza distribuita e quindi di uguaglianza, oppure un’abbondanza accentrata e quindi disuguale. Nel primo caso (abbondanza distribuita) saremo di fronte a un futuro radioso in cui si avvererà la previsione di Keynes per cui l’uomo lavorerà meno ore senza abbassare il proprio tenore di vita, e quindi avrà il “problema” di tenersi occupato. Nel secondo caso invece (abbondanza accentrata) saremo di fronte a uno scenario apocalittico fatto di disoccupazione e povertà di massa da una parte, e immensa ricchezza nelle mani di pochi individui dall’altra. Con il risultato che i ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.