La doppia freccia.

Nel sutta del Buddha c’è un concetto molto interessante, quello della doppia freccia. Secondo il Buddha, soffrire è come essere colpiti da due frecce. La prima freccia è quella del dolore fisico, reale. La seconda freccia è il dolore mentale. È il significato che attribuiamo all’essere stati colpiti. La nostra reazione. La narrazione che ci costruiamo attorno. Tutte le divagazioni mentali in cui sprofondiamo.

In molti casi il dolore mentale è peggio di quello fisico. Il problema non è il dolore o la tristezza o la paura, ma il desiderio di liberarcene, oppure la frustrazione per essere stati colpiti. E così perdiamo di vista il problema e ci focalizziamo solo su quelle che noi pensiamo essere le conseguenze.

E così il problema non è più quello che ci è accaduto, ma come abbiamo reagito a quello che ci è accaduto.