5) La curiosità.
Come diceva Picasso i computer sono inutili perché possono solo fornire risposte. I computer (almeno per ora) non sono curiosi, non provano nuove strade, non si fanno domande e non fanno errori e questo gli impedisce di trovare nuove soluzioni. La curiosità è un tratto molto importante dell’essere umano, ma la metto al quinto posto e non al primo perché l’Intelligenza Artificiale va proprio nella direzione di fornire alle macchine un’intelligenza e quindi un domani anche le macchine potrebbero essere curiose e iniziare a farsi delle domande.
4) Il talento
Il talento – inteso come la capacità di fare bene qualcosa che solo tu sai fare in un determinato modo – è un altro tratto distintivo dell’uomo. Le macchine, i robot, non hanno un talento o una vocazione e non potranno mai averlo. Le macchine possono essere costruite per fare qualcosa ma non possono essere portate per fare qualcosa. E in un futuro in cui il 47% dei lavori attuali saranno automatizzati, ovvero fatti da dei robot, investire sul proprio talento o seguire la propria vocazione vuol dire ridurre le possibilità di essere sostituiti, a metà della propria carriera, da un robot. E questo non è poco.
3) Il bisogno di condividere (e dialogare)
Come esseri umani abbiamo bisogno di condividere per sentirci umani. È un bisogno che ci contraddistingue e che le macchine non hanno. In questo preciso momento storico purtroppo la condivisione ha preso la deriva dei Social Media, ma nella realtà si tratta di condividere esperienze, beni e saperi. Ha più a che fare con il bisogno di dialogare, più che quello di chattare e pubblicare foto e video. Il dialogo è una forma di incontro che spero noi esseri umani non perderemo mai. I robot comunicano, gli uomini dialogano. E questo non dovremmo mai dimenticarcelo.
2) Il senso
L’uomo si domanda il perché di quello che sta facendo, i robot no. L’uomo si interroga su quale sia il senso di ogni cosa, inteso tanto in termini di direzione (dove sta andando, cosa sia meglio fare, etc etc) sia in termini di significato (fare qualcosa perché ci realizza come individui). In questo senso, l’uomo ha una consapevolezza e una coscienza che la macchina non ha. E tutte le volte che l’uomo ha rinunciato al senso, tutte le volte che non si è fatto domande avvicinandosi così più all’essere una macchina piuttosto che un uomo, sono accadute cose terribili (dal Medio Evo alla dittatura nazista). Il senso è dunque un tratto profondamente umano, tanto che noi umani il senso spesso lo troviamo nel fare esperienze per, con e tra gli esseri umani.
1) La storia
In “Blade Runner 2049”, la dottoressa Ana Stelline ha il compito di innestare ricordi nella mente dei replicanti creati dalla Wallace Industries. Questi ricordi sono la loro storia, ovvero ciò che dà loro l’illusione di essere umani. Questo il motivo per cui metto la nostra storia al primo posto della classifica di ciò che ci differenzia dalle macchine. La nostra storia è ciò che rende ogni essere umano unico e, al contempo, sociale. Unico perché ognuno ha una sua storia che nessun altro può avere. Sociale, perché la storia è ciò che permette alle persone di conoscersi e vivere insieme. Uno straniero infatti altro non è che qualcuno di cui ancora non conosciamo la storia.