Il marketing dell’amico.

Perché compriamo un prodotto? Perché ci piace? Perché lo vogliamo? Perché ne abbiamo bisogno? Oppure perché lo ha fatto qualcuno che conosciamo? In questo ultimo caso quello che stiamo comprando non è un prodotto ma una relazione. Il prodotto magari neanche ci piace o non ci serve ma visto che lo ha fatto una persona che conosciamo lo compriamo lo stesso.

Capita spesso con i libri. Ho letto libri che se non li avesse scritti qualcuno che conoscevo non li avrei mai comprati. A volte sono valsi il tempo della lettura altre volte no.

Un tempo questo fenomeno, che potremmo chiamare il marketing dell’amicizia, era più raro. Ma negli ultimi anni è esploso. Si è passati dalla dimensione VIP: compro un prodotto perché conosco quel personaggio famoso. Poi si è passati alla dimensione REALITY: compro quel prodotto perché ho seguito la vita (Grande Fratello) o l’evoluzione artistica (X-Factor) di una persona e quindi lo sento più vicino a me. E infine si è passati alla dimensione INFLUENCER: compro quel prodotto perché tutti i giorni leggo o vedo qualcosa di quella persona e la sento vicina.

Ci sta, il problema è la qualità. Se compriamo un libro o un cd o un qualsiasi altro prodotto di una persona che non conosciamo, stiamo comprando il prodotto. Lo valutiamo per quello che è. Se è di qualità lo apprezziamo, se non è di qualità non lo apprezziamo. Non ci sono filtri relazionali. Se invece acquistiamo un prodotto di un nostro amico, o quanto meno di una persona che conosciamo, non siamo oggettivi. Non possiamo valutarlo per quello che è.