Innovazione aperta.

Inventare e innovare sono due concetti molto differenti. Il primo si riferisce al cosa facciamo. Il secondo al come lo facciamo. L’inventore inventa qualcosa di nuovo, che prima non esisteva. L’innovatore invece innova qualcosa che già esiste e che prima veniva fatto in maniera differente. Il Novecento ci ha regalato moltissime invenzioni. Oggi la tendenza sembra essere invece quella di innovare più che inventare. E questo riguarda qualsiasi settore. Al cinema escono sempre più remake, sequel o prequel di vecchi film, le industrie ripropongono versioni più avanzate di modelli del secolo scorso, la moda riprende stili del passato e così via. Qualcosa di simile sta accadendo nel mondo delle “nuove” tecnologie e dei “nuovi” media. Prendiamo ancora una volta il caso di Facebook. Il modello di revenue alla base del social network si fonda per più del 90% su introiti derivanti dalla pubblicità. In quest’ottica non c’è dubbio che Facebook abbia innovato il mercato dei media ma non si può dire che abbia inventato un nuovo modello di revenue. E questo vale per molti dei “nuovi” modelli di business che si stanno diffondendo oggi nel mondo.

Inventare e innovare sono due concetti molto differenti. Il primo si riferisce al cosa facciamo. Il secondo al come lo facciamo. L’inventore inventa qualcosa di nuovo, che prima non esisteva. L’innovatore invece innova qualcosa che già esiste e che prima veniva fatto in maniera differente. Il Novecento ci ha regalato moltissime invenzioni. Oggi la tendenza sembra essere invece quella di innovare più che inventare.

Non a caso diversi economisti si stanno interrogando sul valore reale d’innovazioni come Snapchat o Twitter in termini d’impatto sul PIL e di miglioramento della produttività sul lavoro. Nel Maggio 2015, in un articolo pubblicato sul The Wall Street Journal, Alain S. Blinder evidenziava come su un arco di 143 anni l’aumento medio annuo della produttività negli USA sia stato del 2,3%, il che ci ha consentito di moltiplicare 25 volte il nostro tenore di vita. Ma dall’inizio di questo decennio, la produttività è crollata dal +2,6% al +0,7%. Il motivo di questo calo così drastico non è ancora chiaro, ma una ragione potrebbe essere che la tecnologia di cui oggi disponiamo non sempre è una garanzia di aumento di produttività ma anzi potrebbe abbassarla. La tecnologia è essenziale, ha cambiato il nostro modo d’intendere il lavoro e, più in generale, la nostra vita. Ma se non abbiamo la capacità d’immaginare un modo per utilizzare la tecnologia con il fine di fare diversamente quello che facevamo prima, essa è inutile. Per questo motivo ritengo sia molto più produttivo pensare alla tecnologia non come un prodotto ma come una possibilità. Di fronte a una nuova invenzione tecnologica dovremmo domandarci Cosa posso fare ora? oppure Come posso fare diversamente quello che ho sempre fatto?