Joe Strummer e l’importanza di valorizzare le proprie debolezze.

“Quando fa male, osserva. La vita sta cercando di insegnarti qualcosa.”
– Anita Krizzan

Quando si avvicinò per la prima volta al mondo della musica, Joe Strummer non aveva un talento particolare per lo strumento che suonava, la chitarra, tanto che deve il suo soprannome, “Strummer”, ovvero lo “strimpellatore”, proprio alla sua incapacità di suonare la chitarra se non con le sei corde tutte insieme. Molti musicisti avrebbero cercato di nascondere questa debolezza, oppure avrebbero mollato il colpo, Joe Strummer invece le fece diventare il proprio tratto distintivo.

Non cercò di adattare il suo modo di suonare al mondo della musica, ma adattò il mondo della musica al suo modo di suonare, inventando uno stile che rese unica tanto la sua musica quanto quella dei The Clash. Quando ti stai mettendo in proprio ti consiglio di seguire l’esempio di Joe Strummer e trasformare le tue debolezze nei tuoi punti di forza. Non vederle come qualcosa di negativo da nascondere, ma come qualcosa di positivo da valorizzare e trasformare in caratteristiche differenziali. Perché le tue debolezze sono ciò che ti rende unico.

C’è una parola brasiliana meravigliosa che ogni persona che si vuole mettere in proprio dovrebbe conoscere: “Gambiarra”. Un termine che potrebbe essere tradotto come la capacità di una persona di cambiare il destino trasformando le proprie debolezze in punti di forza e affrontare qualsiasi avversità. In quest’ottica, non avere qualcosa che altri hanno, come il talento per la musica nel caso di Strummer, è un’opportunità per pensare in modo innovativo e trovare soluzioni che altri non hanno trovato. Vedila così, sei obbligato a farlo, non hai altra scelta. E quando qualcuno è obbligato a fare qualcosa, alla fine trova sempre il modo di farlo.

Un esempio di debolezza trasformata in punto di forza.

Il mondo è pieno di persone che hanno avuto successo proprio grazie alle loro debolezze. Nel mondo dell’imprenditoria per esempio pensa a BlaBlaCar. Nel 2003, il suo fondatore, Frédéric Mazzella, non possedeva alcun mezzo di trasporto proprio né aveva fondi per poterli acquistare. Ma questa apparente debolezza gli ha permesso d’inventare un nuovo modo di soddisfare un bisogno di mercato reale e concreto (spostarsi per lunghi tratti senza avere un’auto di proprietà) realizzando un servizio che abbassa i costi per l’azienda, riduce i prezzi per il cliente e aggiunge nuovi vantaggi come l’esperienza di condividere il viaggio.