🧠 Nel 1951 lo psicologo Solomon Asch portò avanti un esperimento interessante. Chiese a otto soggetti di entrare in una stanza. Di questi, i primi sette erano suoi collaboratori mentre l’ottavo era una persona inconsapevole di essere parte di un esperimento (quello che viene definito il «soggetto sperimentale»). Una volta fatti sedere i soggetti, mostrò loro delle schede. Su una scheda c’erano tre linee di diversa lunghezza mentre su un’altra c’era una sola linea di lunghezza uguale alla prima linea dell’altra scheda.
A questo punto Asch chiese ai soggetti, iniziando dai suoi collaboratori, quale fosse la linea corrispondente nelle due schede. Sebbene la risposta fosse molto semplice (la prima linea), i collaboratori di Asch diedero tutti una risposta palesemente sbagliata (la seconda).
📍 Risultato: il 76% delle persone sottoposte all’esperimento concordava con la maggioranza. Se per tutti la linea giusta era la seconda, allora anche per il soggetto sperimentale la linea corretta era la seconda. Con questo esperimento Ash dimostrò quella che viene chiamata «Peer Pressure»: se chi ci circonda la pensa in un modo, noi tendiamo a pensarla alla stessa maniera.
Sebbene questo esperimento abbia più di settant'anni, lo trovo più attuale che mai. Oggi infatti viviamo un’epoca in cui la maggior parte delle informazioni sono pre-giudicate da altre persone prima di noi. I Like sotto un post, le visualizzazioni sotto un video, i cuoricini sotto una foto, hanno lo stesso effetto su di noi dei collaboratori di Ash. Influenzano il nostro giudizio e ci fanno pensare che qualcosa sia valido o vero, anche quando non lo è.
Da qui fenomeni come l’«Hive Mind», intesa tanto come la tendenza di una persona ad omologarsi al pensiero del gruppo, quanto come una coscienza digitale collettiva attorno a centri d'interesse comuni.
Ed è proprio questa seconda accezione a rendere questo fenomeno così interessante, soprattutto ai tempi dell'Intelligenza Artificiale Generativa.
Modelli linguistici come GPT infatti sono capaci di parlare di qualsiasi argomento con un livello simile al linguaggio naturale umano grazie ad un metodo di apprendimento detto «pre-allenamento generativo» che si basa sull’enorme quantità di dati pescati della miliardi di pagine che popolano la Rete.
📍 È come se la sua conoscenza fosse il frutto della conoscenza universale e la sua “voce” fosse la voce universale della Rete.
In questa accezione, l’Intelligenza Artificiale Generativa diventa il mezzo attraverso cui si esprime la nostra «Hive Mind», la nostra coscienza digitale collettiva, nata da triliardi di pensieri, foto, articoli, post e riflessione che ogni giorno da decenni pubblichiamo in Rete.
Approfondirò il fenomeno del «Hive Mind» nella newsletter di domani dove troverai anche tool, link e aggiornamenti sull'IA che ho scoperto online questa settimana.
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A domani!
#intelligenzaartificiale #newsletter
Professor of Organization & Human Resource Management
3 anni....Molto interessante ma piuttosto ansiogeno....quale sarà il ruolo degli umani nella scrittura creativa ?