Solo pane, Jena!

Scritto il 28 Luglio 2009

Oggi passeggiando per Milano mi sono reso conto, con inaspettata lucidità, che non comprerò mai del pane in una panetteria che si chiama “Non solo Pane”. Penso che all’interno di quella apparente ed insignificante insegna ci sia rinchiusa una delle maggiori cause del disfacimento dell’epoca contemporanea. Guardando quella non-solo-panetteria ho realizzato quanto sia difficile trovare, oggi, qualcuno o qualcosa che abbia il coraggio di fare una scelta chiara. Qualcuno disposto a prendere una posizione netta. Un contemporaneo Jena Plissken capace di portare fino in fondo i suoi obiettivi fottendosene di tutti, persino dell’ennesimo fantoccio messo a capo degli Stati Uniti. Tanto in politica quanto in società, siamo attorniati da ominicchi senza spina dorsale che, con imbarazzante affanno, cercano ogni giorno di accontentare tutti o meglio di non scontentare mai nessuno. Tutti attenti alla superficie delle parole e dei gesti senza rendersi conto dell’assoluta inesistenza dei contenuti. Ore di discorsi, chilometri di carta stampata e milioni di euro di pubblicità per non dire mai nulla. Giri a vuoto intorno a se stessi senza mai arrivare da nessuna parte. Penso che il problema principale dell’attuale condizione di uomo contemporaneo sia la paralizzante paura di rischiare. Nessuno rischia più. Soprattutto in Italia. Soprattutto ora, quando di fronte alla crisi tutti sembrano essersi chiusi a riccio in una deprimente via-di-mezzo fatta di colori tenui e sfumature tutte uguali. I format televisivi sono visti e rivisti, le pubblicità sempre le stesse, i politici sono imbarazzanti, i grandi ideali sono scomparsi e persino le avanguardie puzzano già di vecchio. Nessuno morde. Quando invece è proprio ora il momento di mostrare i denti e inventarsi sempre qualcosa di nuovo. Provando a cambiare le regole e crearne di nuove. Del resto, parafrasando Albert Einstein, le crisi non si risolvono con la logica che le ha create.