Disuguaglianza musicale.

Come ci ricorda l’economista Donald Thompson nel suo Squalo da 12 milioni di dollari, ci sono circa 40.000 artisti residenti a Londra e altri 40.000 a New York; di questi, 75 hanno redditi a 7 cifre, 300 a sei cifre e 5.000 sono rappresentati da qualcuno ma non riescono a vivere della propria arte mentre tutti gli altri non hanno mai venduto neanche un’opera in galleria.

E questo è il mondo dell’arte. Come dimostra questo grafico, quello della musica sembra ancora più elitario. Degli 8 milioni di creator e musicisti presenti su Spotify (e che contribuiscono a creare valore per la piattaforma) solo il 2% guadagna da Spotify più di 1.000 dollari all’anno. E solo lo 0,5% ne guadagna più di 10.000.

La situazione diventa ancora più esclusiva e diseguale se pensiamo che nell’arte almeno il mercato è in mano a diversi galleristi (comunque pochi ma almeno più di uno). Con Spotify il mercato si accentra verso un’unica azienda. Un po’ come se tutti gli artisti dovessero passare da un solo gallerista.