L’IA non ti ruberà il lavoro ma qualcuno che sa utilizzare l’IA meglio di te potrebbe farlo.

C’è una correlazione interessante (e per certi versi preoccupante) che sta accadendo nel mondo delle Big Tech in questi giorni: da una parte crescono gli investimenti in Intelligenza Artificiale. Dall’altra aumentano i licenziamenti.

Prendiamo il caso di Microsoft: da una parte ha da poco annunciato un altro grande investimento (si parla di 10 miliardi) in OpenAI, l’azienda dietro chatGPT, dall’altra ha deciso di tagliare 10.000 posti di lavoro, circa il 5% dei suoi dipendenti.

Le conclusioni sembrano ovvie: l’Intelligenza Artificiale ci porterà via il lavoro.

Tuttavia le motivazioni sono altre: investimenti sbagliati, progetti che non hanno funzionato (come quelli sulla Realtà Aumentata, o HoloLens), l’attuale scenario economico, l’aumento dei costi delle materie prime e così via.

E poi c’è il tema del “Re-Skill” ovvero la capacità delle persone di aggiornarsi acquisendo nuove competenze per stare al passo con i tempi e rimanere rilevanti per l’azienda in cui lavorano. Il mercato del lavoro con cui ci confrontiamo oggi infatti è molto più dinamico di un tempo e richiede di re-inventarsi di continuo.

L’Intelligenza Artificiale dunque non è il nemico da combattere o evitare ma è una di quelle competenze o tecnologie che qualunque professionista deve saper utilizzare per continuare a lavorare migliorando il modo in cui lavora.

Quindi per concludere potremmo dire che l’Intelligenza Artificiale non ti ruberà necessariamente il lavoro ma qualcuno che sa utilizzare l’Intelligenza Artificiale meglio di te potrebbe farlo.