Gap di immaginazione.

L’immagine che vedi qui sopra è presa da un progetto che ho segnalato nella newsletter di Oblique di oggi. L’idea è questa: grazie a tecnologie come DALL-E o Midjourney possiamo realizzare qualsiasi cosa in pochi secondi e allora perché non immaginare come sarebbero gli uomini più ricchi della terra se, da un giorno con l’altro, avessero perso tutto.

Un’idea semplice ma originale.

Quando facevo il curatore d’arte queste erano le opere che preferivo. Opere semplici e immediate dove non contava tanto l’esecuzione quanto l’idea che c’era dietro.

Ti faccio qualche esempio.

Ricordo una mostra a New York. Il tema era come sovvertire il sistema. C’era opere costosissime, monumentali e magari anche belle da un punto di vista estetico ma che nascondevano la mancanza di un’idea forte alla base. E poi c’era quest’opera, quella ch più mi aveva colpito. Una fotografia dell’allora presidente Bush attaccata al contrario.

Semplice ma efficace. Sullo stesso stile, una vignetta che ho letto qualche anno fa:

Tema: La rivoluzione in Inghilterra.
Idea: Un disegno stilizzato di una signora che dice a un giovane ragazzo: “Sono le 17, vuoi un the?” e il ragazzo che risponde “No!”

O ancora una delle mie opere preferite di Banksy.

Tema: Cambiamento Climatico.
Idea: La scritta “I Don’t Believe In Global Warming” su un muro di Venezia ricoperta per metà dall’acqua.

Idee semplici che saremmo stati tutti in grado di realizzare, ma che in pochi saremmo stati in grado di pensare.

Oggi questo tipo di creatività è più importante che mai. Abbiamo infatti a disposizione tecnologie fantascientifiche, accessibili e facili da usare, ma spesso ci mancano le idee per utilizzarle al meglio.

Quello che manca oggi non è un gap di tecnologia, ma di immaginazione.