Che anno per l’IA.

Di tutti i settori in cui ho lavorato quello dell’Intelligenza Artificiale Generativa è di gran lunga il più stimolante, frenetico e veloce.

Soprattutto da Novembre 2022 (mese dell’uscita di chatGPT), tutto cambia a una velocità vertiginosa. Ogni giorno escono nuovi tool, nuove tecnologie, nuovi modi di fare le cose.

È una rivoluzione continua che richiede un cambiamento continuo.

In letteratura c’è un concetto interessante chiamato “Die Progress Units” (DPU) che online ho trovato anche come “Future Shock”, ovvero l’unità di tempo che stabilisce quanto una persona, nata nel passato, sia in grado di sopravvivere nel nostro presente.

Per esempio, se una persona del 1750 venisse trasportata, da un giorno con l’altro in avanti di 271 anni, nel 2021, non sarebbe in grado di comprendere il nostro mondo perché ci sono stati troppi cambiamenti.

Tuttavia lo shock che una persona del 1479 vivrebbe se venisse trasportata nel 1750 sarebbe inferiore a causa del numero sensibilmente ridotto di scoperte tecnologiche fatte tra il 1479 e il 1750 rispetto a quelle fatte tra il 1750 e il 2021. Questo dimostra come la DPU diventa esponenzialmente più breve man mano che passa il tempo.

Nel futuro dunque è possibile ipotizzare che le persone vivranno diverse DPU all’interno di una sola vita.

Viene quindi da domandarsi per quanto tempo noi esseri umani saremo in grado di andare a questa velocità. Quante DPU saremo in grado di sopportare? Riusciremo ad allenare il nostro “Quoziente di Adattabilità” per adattarci di continuo e stare al passo del progresso tecnologico?

Oppure a un certo punto molleremo il colpo e lasceremo che la velocità della tecnologia non influenzi più i ritmi della nostra vita?