Una sorta di sintesi della mia vita professionale.

Questa immagine è pazzesca. L’ho generata con la versione 5 di Midjourney. Volevo un’immagine esattamente così. Con questa inquadratura, questa grana, questa luce e persino questa pellicola.

Potrebbe essere la prima di una serie di immagini in serie su cui sto lavorando. Non voglio svelarti nulla ora. Mi limito a scriverti che questo viaggio profondo e meraviglioso che sto facendo nell’Intelligenza Artificiale Generativa sta facendo esplodere la mia creatività che, devo ammettere, negli ultimi anni si era un po’ assopita. E anche se non me ne ero accorto (o facevo finta di non accorgermene) mi mancava. Mi mancava molto.

Se mi conosci da tanto tempo lo sai, se non mi conosci te lo racconto ora, tanto lo avrai già capito, questo post sarà piuttosto lungo.

La creatività ha sempre fatto parte della mia vita personale e professionale. Ho iniziato a lavorare come webdesigner quando ancora andavo al Liceo e a quei tempi la programmazione era lo strumento che utilizzavo per esprimere la mia creatività.

Ho lavorato come webdesigner per anni. I primi anni della prima Internet. Quella della fine degli anni Novanta, quella che è venuta prima dei Social Media, quella dei blog e dei siti scritti su Notepad partendo da , quella dell’anonimato e delle utopie cyber punk…

Quell’Internet per cui, devo ammetterlo, provo una certa nostalgia, o come ho scoperto chiamarsi, una certa “NETstalgia”.

Ventate nostalgiche a parte, dopo qualche anno da webdesigner ho lasciato la professione per gettarmi nel mondo dell’arte. Ho aperto un locale (che mi è valso questa foto), poi ho dato vita a un progetto imprenditoriale che promuoveva la Street Art in tutta Italia e per anni ho lavorato come curatore. Anni incredibili e irriverenti.

E poi un altro cambio. Lascio tutto e a trent’anni mi reinvento. Faccio un MBA. Fondo un’altra azienda, inizio a insegnare e a scrivere. Scrivo libri, newsletter, post, articoli. Compenso il vuoto lasciato dall’arte con la scrittura che diventa la mia nuova passione. Provo anche a scrivere un romanzo che pensavo sarebbe stato un successo… ma che alla fine non è andato da nessuna parte.

Professionalmente inizia un periodo di transizione dove sento di aver perso qualcosa. Anche se non so cosa. Passo da un progetto all’altro. Continuo a inventarmi nuovi lavori tanto che scrivo persino un libro su come farlo.

Poi, circa tre anni fa, scopro il mondo dell’Intelligenza Artificiale. E me ne innamoro subito. Ritrovo quell’entusiasmo e quella passione che avevo perso. In un mondo di codici e algoritmi io ci vedo una meravigliosa potenza creativa.

Il problema è che non ne sapevo nulla. E non conoscevo nessuno che potesse aiutarmi a capirne qualcosa di più.

Così studio. Seguo corsi. Leggo tutto quello che si può leggere. Chiedo in giro. Incontro persone. E, persona dopo persona, conosco un giovane ingegnere informatico, Stefano, con cui dopo qualche mese fondo Oblique.AI e, insieme, iniziamo a lavorare all’intersezione tra Intelligenza Artificiale e Creatività Umana.

Fantastico. Per la prima volta dopo quasi dieci anni mi sento di fare la cosa giusta al momento giusto, con le persone giuste.

Sviluppiamo piattaforme in grado di scrivere testi (o creare partiti politici e saggi consigli), registro un TED su Algoritmi e Creatività, facciamo tanti incontri con tante aziende ma… quello che facciamo non interessa a nessuno. Ci sembra di parlare una lingua che nessuno comprende. GPT? E che cos’è? Intelligenza Artificiale Generativa? Macchine che scrivono testi e generano immagini?

Poi arriva il 30 Novembre 2022 e tutto cambia. Il mondo cambia. OpenAI rilascia chatGPT e improvvisamente milioni di persone si rendono conto del potenziale creativo delle macchine.

Nel frattempo esce una mia intervista sul podcast Hacking Creativity e dopo l’intervista con uno dei due conduttori, Federico Favot, abbiamo un’idea: perché non lanciamo un corso sull’Intelligenza Artificiale Generativa?

Pensiamo al concept: “Prompt, chi parla?” un corso per diventare “Prompt Designer” e mettere l’Intelligenza Artificiale Generativa al servizio della propria creatività (e non viceversa).

Decidiamo di dargli un taglio molto “umano”. Non siamo tecnici. Non siamo (più) programmatori. Però conosciamo molto bene la tecnologia e conosciamo ancora meglio la creatività umana. Così puntiamo sulla mentalità che serve per usare questi strumenti più che sugli strumenti in sé.

Era metà Dicembre e avevamo un obiettivo: arrivare a 15 iscritti entro Febbraio.

Scriviamo il Syllabus del corso. Lanciamo una landing page e poi, qualche giorno prima di Natale, mandiamo un messaggio ad alcuni nostri contatti.

E qui succede qualcosa di incredibile.

Raggiungiamo i primi 15 iscritti in poche ore. Così apriamo un’altra classe. Pubblichiamo la notizia su Linkedin e la notizia inizia a girare. Chiudiamo un’altra classe, poi un’altra e poi un’altra ancora.

Arriviamo a otto classi. Inizia il corso. 170 iscritti. Lanciamo altre otto classi. E altre 200 persone si iscrivo. Risultato: 400 studenti in pochi mesi.

Le prime otto classi hanno finito il corso questo martedì e i feedback sono stati fantastici. Così come l’esperienza. Faticosa (il lunedì e il martedì iniziavamo la prima lezione alle 9.00 del mattino e finivamo l’ultima alle 11 di sera). Però assolutamente coinvolgente e stimolante.

Ma ora fermiamoci un attimo e apriamo un’altra parentesi: non so se conosci lo schema hegeliano di unità – scissione – ritorno alla totalità. Conosciuto anche come tesi-antitesi-sintesi.

Un tempo ero un fervente hegeliano. Oggi di tutta l’immensità del filosofo tedesco mi è rimasto solo questo: la visione della vita come di un ciclo continuo di unità, scissione e ritorno alla totalità.

Siamo nella nostra comfort zone, ma ci sentiamo inquieti o ci succede qualcosa (tesi). Così l’abbandoniamo e iniziamo a vagare in un susseguirsi di sfide e mondi sconosciuti (antitesi). Per poi tornare alla nostra comfort zone (sintesi) ma cambiati e arricchiti da tutto quello che abbiamo affrontato.

Nell’Intelligenza Artificiale Generativa vedo una mia sintesi professionale.

Ho iniziato la mia carriera occupandomi di tecnologia (tesi). Poi mi sono dedicato all’arte e alla creatività (antitesi). E ora mi occupo di Creatività e Macchine (sintesi). Ed è un equilibrio che mi piace moltissimo.