La soluzione non è FERMARSI ma FORMARSI.

Dei tanti sentimenti che mi ha generato il blocco di ChatGPT questo non me lo aspettavo: il patriottismo. Mentre guardavo una delle tante interviste fatte al Garante Privacy mi è infatti tornato in mente questo aneddoto:

Alla fine dell’Ottocento, Marconi scrisse al ministero delle Poste e Telegrafi, al tempo guidato dall’on. Pietro Lacava, illustrando l’invenzione del telegrafo senza fili e chiedendo finanziamenti per proseguire negli esperimenti. Il ministro ritenne l’idea folle e la liquidò con la scritta “Alla Longara!”, cioè al manicomio di via della Lungara a Roma. Marconi fu quindi costretto a emigrare in Inghilterra dove trovò i fondi dare vita alla sua invenzione più importante grazie alla quale vinse il Nobel per la fisica nel 1909.

Ora facciamo due premesse:

1- Questo provvedimento ha, a mio avviso, poco senso per questi 4 motivi:

– OpenAi ha una sua Privacy Policy chiara e accessibile. Potrebbe essere fatta meglio? Certo, esattamente come quella di qualsiasi altro sito o piattaforma o contratto (avete mai letto un documento per il consenso all’utilizzo dei dati)?

– OpenAi non blocca in maniera sufficiente l’accesso ai tredicenni. Certo, esattamente come tutte le piattaforme Social (in primis TikTok) che stanno facendo molti più danni agli adolescenti di chatGPT.

– OpenAi non dà informazioni accurate e sempre certificate su una persona. Certo, esattamente come fa Internet dal giorno zero. In più è stato Altman stesso a dire di non utilizzarlo come Fact Database.

– OpenAi utilizza i dati degli utenti. Certo, esattamente come qualsiasi sito, motore di ricerca o azienda di Telemarketing che ogni settimana mi chiama per vendermi la qualunque.

Quindi la Privacy è importante: certo! Importantissima. Ma OpenAi non fa nulla di diverso rispetto a quanto fatto fino ad ora e quindi perché fermare solo OpenAi, anzi solo chatGPT?

2- OpenAi non è stata costretta a chiudere chatGPT ma ha deciso di chiuderlo.

In Italia la tassazione non è certo competitiva, la burocrazia è molto complessa, l’età media è molto alta, se a questo aggiungiamo che un’azienda Tech rischia da un giorno con l’altro di avere una sanzione di centinaia di milioni di dollari per fare quello che fanno tutte le altre… beh, chi glielo fa fare? Li capisco: nel fermare chatGPT, a perderci siamo più noi italiani che loro.

La soluzione invece non è FERMARSI ma FORMARSI.

La soluzione è insegnare alle persone a utilizzare questa tecnologia (come tante altre) con consapevolezza così da poter difendere la privacy senza fermare il progresso.

E qui il mio spirito patriottico: Pensa che bello se l’Italia al posto di essere il primo (e unico) Paese al mondo a bloccare chatGPT, fosse stato il primo Paese a decidere di insegnare fin dalle elementari come utilizzare queste tecnologie.