Tecnologia e Produttività.

Dal 1995 ad oggi abbiamo avuto accesso a tecnologie come:

iPhone
Motori di Ricerca
YouTube
Spotify
Uber
Alexa
Fitbit
X (Twitter)
Google Workspace
iPad
Airbnb
WhatsApp
Google Maps
Kindle
Dropbox
Siri
Bluetooth
Wikipedia
Stampante 3D
ChatGPT
Midjourney
Waze
Zoom
Netflix
Square
Kickstarter
Wi-Fi
Internet of things
Blockchain
Facial recognition
Droni
Metaverso
Intelligenza Artificiale
Realtà virtuale

Oltre a molte altre. Tecnologie progettate per semplificarci la vita e aumentare la nostra produttività. Ovvero lavorare meno, meglio.

Ciò nonostante, negli ultimi trent’anni la nostra produttività è in stallo (soprattutto Italia). E quindi: abbiamo sempre più tecnologie per renderci produttivi ma in proporzione siamo sempre meno produttivi.

Un paradosso che aveva già messo in luce Alain S. Blinder in un articolo del 2015 pubblicato sul The Wall Street Journal, dove evidenziava come su un arco di 143 anni l’aumento medio annuo della produttività negli USA sia stato del 2,3%, il che ci ha consentito di moltiplicare 25 volte il nostro tenore di vita. Ma dall’inizio del XX Secolo, la produttività è crollata dal +2,6% al +0,7%.

Abbiamo sempre più tecnologie per renderci produttivi ma in proporzione siamo sempre meno produttivi.

Il motivo di questo calo così drastico non è ancora chiaro, ma una ragione potrebbe essere che la tecnologia di cui oggi disponiamo non sempre è, di per sé, una garanzia di aumento di produttività ma anzi potrebbe abbassarla.

Quello che conta infatti non è cosa usiamo ma perché lo usiamo.

Se usiamo sofisticati algoritmi per pubblicare selfie e video sui social allora la tecnologia non solo non aumenta la nostra produttività ma la peggiora.

Se invece gli stessi algoritmi li utilizziamo per automatizzare processi lavorativi routinari allora la tecnologia puoi contribuire a migliorare la nostra vita.

Quello che conta non è cosa usiamo ma perché lo usiamo.

Un ulteriore spunto di riflessione possiamo trovarlo nel post “Tech doesn’t make our lives easier. It makes them faster” dove l’autore, Brett Scott, scrive: «Non viviamo in un’economia qualsiasi. Viviamo in un’economia capitalistica aziendale su larga scala, e in un contesto del genere la tecnologia non viene mai usata per risparmiare tempo. Viene utilizzata per accelerare la produzione e il consumo al fine di espandere il sistema. La regola di base è questa: la tecnologia non rende le nostre vite più facili. Le rende più veloci e più piene di cose».

Ovvero facciamo più cose peggio. Quando per essere più produttivi dovremmo fare il contrario. Meno cose, meglio.