Da Clippy ad Assistant.

Per Clippy Bill Gates aveva la visione giusta, ma la tecnologia sbagliata. Oggi tutti noi abbiamo la tecnologia, ma abbiamo la visione giusta per usarla?

In un recente articolo Bill Gates scrive come l’Intelligenza Artificiale Generativa renderà qualsiasi software o computer obsoleto perché cambierà completamente l’interazione con la macchina.

«Ancora oggi amo il software come quando io e Paul Allen fondammo Microsoft. Ma, sebbene migliorato molto negli ultimi decenni, per molti versi il software è ancora piuttosto stupido. Per eseguire qualsiasi operazione su un computer, è necessario indicare al dispositivo quale applicazione utilizzare.» Scrive Bill Gate nel suo articolo, per poi aggiungere:

«Nei prossimi cinque anni la situazione cambierà completamente. Non sarà più necessario utilizzare app diverse per compiti diversi. Sarà sufficiente dire al dispositivo, nel linguaggio di tutti i giorni, che cosa si vuole fare. A seconda della quantità di informazioni che sceglierete di condividere con lui, il software sarà in grado di rispondere in modo personale perché avrà una conoscenza approfondita della vostra vita. Nel prossimo futuro dunque, chiunque sia online potrà disporre di un assistente personale [l’Agent] dotato di un’intelligenza artificiale che va ben oltre la tecnologia attuale.»

In questa prospettiva, il famigerato Clippy di Microsoft (introdotto e poi ritirato dall’azienda di Bill Gates) andava nella giusta direzione giusta, il problema era la tecnologia.

È dal 1995 che Gates parla di assistenti personali, ma fino al recente avvento dell’Intelligenza Artificiale Generativa, non si poteva parlare di veri e propri assistenti ma più che altro di chatbot – che sono un concetto molto differente. Usando la metafora di Gates potremmo dire che un chatbot come Clippy sta a un Agent come un vecchio telefono con la rotella sta a uno smartphone. Fanno entrambi telefonate, ma sono due strumenti molto diversi.

A pensarci fa un certo effetto notare come oggi chiunque di noi potenzialmente possa avere a disposizione una tecnologia più potente di quella che aveva Bill Gates vent’anni fa. Oggi infatti con Zapier o i recenti GPTs di OpenAI, possiamo creare un assistente personale allenato su un nostro Knowledge Base proprietario in pochi minuti. Così come potremo dialogare con un assistente come ChatGPT e chiedergli di creare una app per noi.

Oggi abbiamo la tecnologia per lanciare prodotti potentissimi, ma non sempre abbiamo la visione per pensarli. Più che un gap di tecnologia, rischiamo di avere un gap di immaginazione.

Il ché ci porta a una situazione opposta a quella di Gates alla fine degli anni Novanta: abbiamo la tecnologia per lanciare prodotti potentissimi, ma non sempre abbiamo la visione per pensarli. La mia impressione infatti è che oggi più che un gap di tecnologia, rischiamo di avere un gap di immaginazione.