L’IA ci renderà meno intelligenti?

Tutta questa Intelligenza Artificiale ci renderà meno intelligenti? No, ma il rischio c’è.

Il nostro cervello è pigro per natura. È una questione di sopravvivenza. Il cervello è naturalmente portato a risparmiare energia così da essere pronto a utilizzarla in caso di emergenze.

Così se sappiamo, anche inconsciamente, che c’è qualcuno o qualcosa che può svolgere un compito o risolvere un problema al posto nostro allora il cervello non si attiva.

D’altra parte se siamo messi alle corde, se siamo in uno stato di urgenza, il nostro cervello è in grado di far fare al nostro corpo o far pensare alla nostra mente soluzioni che mai avremmo pensato di poter fare.

Uno dei principali utilizzi dell’Intelligenza Artificiale Generativa è quello di farci da assistente. E in questo è bravissima. Con ChatGPT per esempio possiamo crearci in pochi minuti un GPTs (una sorta di ChatGPT personalizzato secondo le nostre esigenze) in grado di assisterci su centinaia di compiti routinari o risolvere problemi per noi.

Nel XXI secolo la rivoluzione tecnologica potrebbe togliere alla persone la necessità, e quindi la capacità, di pensare. Quando c’è una macchina che può scegliere e pensare per noi, non serve più saperlo fare.

E qui arriva il rischio.

Nel XIX secolo la rivoluzione industriale ha tolto alle persone la necessità, e quindi la capacità, di fare. Quando è arrivato un telaio in grado di cucire una coperta, non è più stato necessario qualcuno che lo sapesse fare.

Duecento anni dopo, nel XXI secolo la rivoluzione tecnologica potrebbe togliere alla persone la necessità, e quindi la capacità, di pensare. Quando c’è una macchina che può scegliere e pensare per noi, non serve più saperlo fare.

E allora cosa fare? La soluzione la troviamo guardandoci alle spalle.

L’intelligenza Artificiale Generativa è una tecnologia potentissima ma non è la prima tecnologia con cui, come esseri umani, ci confrontiamo. Sono trecento anni che assistiamo alla nascita e alla diffusione di tecnologie sempre più potenti.

Quando usiamo strumenti come ChatGPT non pensiamo solo a come usarlo per fare qualcosa che facevamo anche prima, ma proviamo a sforzarci a pensare a cosa potremmo fare che un tempo non facevamo.

Tuttavia (anche se talvolta verrebbe da pensare il contrario) negli ultimi secoli non siamo diventati meno intelligenti.

Il segreto sta nel trovare nuovi problemi da risolvere: Ogni volta che una nuova tecnologia è stata in grado di risolvere un vecchio problema al posto nostro, noi esseri umani ci siamo concentrati su problemi più avanzati e complessi. E questo ci ha permesso di progredire.

Morale della storia: quando usiamo strumenti come ChatGPT non pensiamo solo a come usarlo per fare qualcosa che facevamo anche prima, ma proviamo a sforzarci a pensare a cosa potremmo fare che un tempo non facevamo.

PS: A proposito di cose che un tempo facevo IO e ora fa un’IA, l’immagine sopra è creata da DALL-E cui ho chiesto di sintetizzare questo post in un visual.

Il risultato è notevole: il passaggio da rivoluzione industriale in cui gli esseri umani lavorano, a rivoluzione digitale in cui gli esseri umani pensano, sintetizzato alla perfezione.