Lavoro che fai cervello che hai.

Nel 1999, un gruppo di ricercatori inglese analizzò le attività cerebrali di 16 tassisti londinesi con una esperienza compresa tra i due e i quarant’anni. Comparando le differenti scansioni cerebrali scoprirono che i tassisti più esperti avevano la porzione posteriore dell’ippocampo più larga del normale e quella anteriore più ridotta. Questo era dovuto alla loro decennale attività lavorativa.

Lo studio dimostra come il lavoro che facciamo plasmi il nostro cervello non solo da un punto di vista psicologico ma anche fisico. Il lavoro che facciamo tutti i giorni finisce per influenzare il modo in cui pensiamo e vediamo ciò che ci circonda. Se facciamo i dottori, vediamo malati da tutte le parti. Se lavoriamo in finanza, traduciamo tutto in numeri e conti. Se siamo artisti, tutto diventa un’opera d’arte. E così via.

È per questo che di tanto in tanto è importante e provare a vedere la realtà da un punto di vista differente rispetto alla nostra routine professionale.