Caviale per tutti.

Muro filosofico #04: “Caviale per tutti” una frase in cui sono inciampato mentre correvo alla stazione di Genova.

Una frase che mi ha ricordato un concetto sempre più popolare: la democratizzazione del lusso. In una puntata di Friends, i sei amici newyorkesi vanno a casa del fidanzato milionario di Monica e rimangono a bocca aperta quando in casa trovano video telefoni e luci con accensione vocale.

Oggi sono due cose scontate. Chiunque con uno smartphone può fare una video chiamata e con pochi euro da Ikea si possono comprare lampadine intelligenti. Ma vent’anni fa non era così. Lo stesso vale per molti altri prodotti. Un tempo avere cibo tutti i giorni più volte al giorno era un lusso, oggi è una necessità. Un tempo avere un televisore o un telefono in casa era un lusso, oggi è una necessità. Adam Smith lo aveva capito già più di duecento anni fa: quello che un tempo era un lusso, un domani si trasformerà in una necessità.

Non a caso, l’economista statunitense (alle dipendenze di Google dal 2002) Hal Ronald Varian sostiene che per predire il futuro basti guardare quello che hanno (e vogliono) i ricchi, perché sarà quello che un domani vorranno anche i poveri.