Corrente #07: F.A.M.G.A.

C’è un termine, F.A.M.G.A., utilizzato spesso nella letteratura imprenditoriale e, più in generale, economica che viene utilizzato come acronimo per indicare Facebook, Apple, Microsoft, Google e Amazon, ovvero le cinque società americane con la maggiore capitalizzazione di mercato. È un termine che varia spesso, perché segue l’andamento dei mercati che sono sempre più volatili.

Per comprendere questa volatilità basta ripercorrere l’evoluzione della classifica delle aziende con la maggior valorizzazione di mercato negli ultimi 20 anni. Nel 2001 le cinque società più valutate erano General Electric con una valutazione di 406 miliardi, Microsoft con 365 miliardi, Exxon con 272 miliardi, Citi con 261 miliardi e Walmart con 260 miliardi. E quindi energia, petrolio, finanza, grande distribuzione e, solo per il 20%, tecnologia. Nel 2011 la Top 5 era dominata dai titani del petrolio. Exxon, al primo posto con 406 miliardi, Apple al secondo con 376 miliardi, PetroChina con 277 miliardi, Shell con 237 miliardi e ICBC con 228 miliardi. Cinque anni più tardi, nel 2016, tutto cambiò nuovamente e le cinque aziende con la maggiore valorizzazione di mercato appartengono tutte al settore tecnologia, e quindi Apple al primo posto con 582 miliardi, seguita da Alphabet (società madre di Google) con 556 miliardi, poi Microsoft con 452 miliardi, poi Amazon con 364 miliardi e infine Facebook con 359 miliardi. Una valorizzazione di mercato che negli ultimi anno è cresciuta ulteriormente superando, in alcuni casi, il trilione di dollari per un valore complessivo di quasi 9 trilioni di dollari.

La corrente di cui voglio parlarti oggi riguarda le FAMGA e il ruolo che queste aziende hanno all’interno dell’economia globale e, di conseguenza, nella nostra vita.

F.A.M.G.A.: Acronimo per indicare Facebook, Apple, Microsoft, Google e Amazon, ovvero le cinque società americane con la maggiore capitalizzazione di mercato.

Tanto Facebook, quanto Apple, Microsoft, Google o Amazon stanno puntando ad avere il monopolio all’interno del proprio settore e, con il tempo, anche all’interno di altri settori. Ma questa non è una novità. Quando emerge un nuovo mercato (come è stato alla fine del secolo passato con Internet) le aziende che, per prime, riescono a comprendere i cambiamenti e le opportunità del mercato, sono in grado di conquistare molto velocemente fette di mercato importanti. All’inizio del Novecento, la Ford aveva una quota di mercato di circa il 90%. Negli anni Quaranta più del 50% del mercato delle sale cinematografiche era in mano a solo cinque aziende. Lo stesso è accaduto nel settore del petrolio alla fine dell’Ottocento, o nel settore informatico negli anni Settanta del Novecento e in molti altri mercati e periodi storici.

Oggi sta accadendo lo stesso con i settori della comunicazione e dei nuovi media. WhatsApp, di proprietà di Facebook, ha più utenti di molte delle maggiori compagnie telefoniche tradizionali. La maggior parte dei settori di Internet è nelle mani di poche aziende fra cui Google, che tra i motori di ricerca in molti Paesi europei come la Germania, la Gran Bretagna e la Francia ha una quota di mercato superiore al 90%, Facebook che supera il 70% di quota di mercato nel settore dei social network, oppure eBay, leader nel settore delle aste, o Apple con iTunes nel settore della distribuzione di contenuti online, o Amazon nella vendita al dettaglio. Sono aziende che hanno capitalizzazioni miliardarie e liquidità senza precedenti. Oltre ad essere riuscite ad entrare nella vita di miliardi di persone influenzandone le scelte e cambiandone le abitudini.

Per comprendere meglio il potere di queste aziende, prendiamo il caso specifico di Facebook. Ad oggi l’azienda co-fondata da Mark Zuckerberg nel 2004 ha una valorizzazione di mercato di quasi 981 miliardi di dollari con un fatturato atteso per il 2021 che supera i 100 miliardi. Oltre ad avere quattro prodotti che superano il miliardo di utenti: Facebook con 2,7 miliardi, WhatsApp con 2 miliardi, Messenger con 1,3 miliardi e Instagram con 1,1 miliardi. Ciò nonostante, solo negli ultimi anni si è iniziato a parlare di monopolio e quindi della possibilità concreta di aprire una causa per Antitrust verso aziende come Facebook o Google. In precedenza non solo non sono state prese misure per contenere il monopolio di Facebook, ma è stato agevolato permettendo all’azienda di acquisire diverse società tra cui Instagram nel 2012 e WhatsApp nel 2014.