Corrente #26: Furto di salario.

Il mese di Novembre 2021 ha segnato un altro record nell’avanzata della “The Great Resignation”: 4.5 milioni di Americani, l’equivalente del 3% della forza lavoro, si sono licenziati. A questi si aggiungono i dipendenti che su Reddit si lamentano del proprio lavoro, fomentando le file del movimento “AntiWork”, o quelli che si schierano contro la “Hustle Culture”, ovvero la convinzione che la chiave per il successo, la felicità e la realizzazione personale passi per una devozione totale per il proprio lavoro.

Sono tutti fenomeni che indicano un chiaro cambio di paradigma nei confronti del concetto stesso di lavoro e che nascono come forme di protesta verso pratiche, sempre più diffuse, come il “Wage theft”, il furto di salario, che avviene quando i datori di lavoro trattengono illegalmente il denaro dovuto ai loro dipendenti non pagando stipendi, straordinari, benefit o altre retribuzioni, oppure chiedendo di lavorare fuori dagli orari concordati.

Furto di salario: Quando i datori di lavoro trattengono illegalmente il denaro dovuto ai loro dipendenti non pagando stipendi, straordinari, benefit o altre retribuzioni, oppure chiedendo di lavorare fuori dagli orari concordati.

Per comprendere l’entità di questo fenomeno, solo in America, si stima che il valore dei soldi complessivamente sottratti ai lavoratori ogni anno sia di 15 miliardi di dollari, portando centinaia di migliaia di famiglie sulla soglia della povertà. Ciò nonostante, il furto di salario non solo è in continuo aumento, anche grazie a una sempre maggiore deregolamentazione del lavoro, ma in più i provvedimenti presi per limitare questo fenomeno sono ancora molto scarsi.

Del resto viviamo in una società materialista dove se qualcuno ruba qualcosa di tangibile (ma anche replicabile) come un qualsiasi oggetto rischia di finire in prigione mentre se qualcuno ruba il nostro tempo, o la nostra energia, o il nostro entusiasmo non rischia nulla.