iSmart.

Sebbene l’idea, proposta all’interno del romanzo T.E.R.R.A., di infilarci un computer nel cervello possa apparire futuristica e, per certi aspetti, inquietante, tuttavia, la distanza tra noi e la tecnologia è sempre più ridotta. Un tempo i computer erano delle enormi macchine che stavano in ambienti molto distanti da noi. C’erano intere stanze dedicate ai computer e, raramente, la nostra vita si mischiava con la loro. Negli anni Ottanta, i personal computer portarono la tecnologia dentro le nostre case e i nostri uffici, per poi seguirci, con i computer portatili, ovunque noi andassimo. In seguito, con l’arrivo dei cellulari prima e degli smartphone poi, la distanza tra le persone e i computer si è ridotta ulteriormente e la tecnologia è diventata l’oggetto attorno cui gravita tutta la nostra vita. Infine la nascita e la diffusione dei dispositivi indossabili, primi fra tutti gli smartwatch, ha portato la tecnologia sopra la nostra pelle mettendola in comunicazione costante con il nostro corpo.

Seguendo questo percorso, il passaggio da una tecnologia sopra la nostra pelle a una tecnologia sotto la nostra pelle è solo una questione di tempo. Un recente sondaggio condotto su oltre 4.000 persone nel Regno Unito e nell’Unione Europea ha infatti rivelato che il 51% di loro prenderebbe in considerazione l’idea di installarsi un chip sotto-pelle attraverso cui effettuare pagamenti.

Il passaggio da una tecnologia sopra la nostra pelle a una tecnologia sotto la nostra pelle è solo una questione di tempo.

Inoltre, da un punto di vista tecnologico, esistono già molti prodotti che vanno in questa direzione e che possono essere avvicinati all’iSmart descritto all’interno del romanzo. La Neuralink, società di neurotecnologia co-fondata da Elon Musk, ha testato un microchip grazie al quale poter controllare un computer con il cervello e lo ha impiantato nel cervello di una scimmia permettendogli di giocare a un videogame utilizzando il suo pensiero. All’inizio del 2020, un gruppo di ricercatori sono riusciti a installare un neuro-impianto che ha permesso a una donna cieca di tornare a vedere. Mentre già qualche anno fa, Dennis Degray, un uomo rimasto paralizzato dal collo in giù a seguito di un incidente, riuscì ad inviare messaggi e avere altre interazioni grazie a un’interfaccia neuronale installata nel suo cervello. La società di biotecnologia Profusa produce e commercializza biosensori da installare sotto pelle per il monitoraggio costante della propria salute. E, nel settembre 2019, Facebook ha acquistato CTRL-Labs, una startup specializzata nella costruzione di software che permetteranno alle persone di controllare avatar digitali attraverso il pensiero.

Da un punto di vista meramente tecnologico dunque, il concetto di iSmart non è così distante dalla realtà, il tema è quindi più sociale e culturale. Quando le persone saranno pronte (e disposte) a installarsi un dispositivo sotto pelle? E quando lo faremo, sarà la fine dell’essere umano biologico e l’inizio dell’essere umano bio-tecnologico?

Quando le persone saranno pronte (e disposte) a installarsi un dispositivo sotto pelle? E quando lo faremo, sarà la fine dell’essere umano biologico e l’inizio dell’essere umano bio-tecnologico?

Un esempio potrebbe essere, già oggi, il biohacker Patrick Paumen che negli anni si è fatto installare 32 chip sotto-pelle con cui paga, apre porte e conduce una vita tecnologica di cui sembra essere molto soddisfatto: «Gli impianti con chip contengono lo stesso tipo di tecnologia che le persone usano quotidianamente», spiega Paumen in un’intervista alla BBC, «dai portachiavi per sbloccare le porte, alle tessere per il trasporto pubblico come la Oyster card di Londra, o alle carte bancarie con funzione di pagamento contactless.»

Nel suo celebre Homo Deus, Harari ipotizza un futuro in cui ci sarà una netta separazione tra chi saprà ingegnerizzare corpi e cervelli e chi no, sostenendo di conseguenza che coloro che salteranno sul treno del progresso saranno in grado di acquisire capacità divine di creazione e distruzione, mentre coloro che rimarranno a piedi si estingueranno. Secondo lo storico israeliano dunque il mondo si dividerà tra una piccola e privilegiata élite di superuomini “potenziati” e la maggioranza delle persone che, non essendo “potenziate”, diventeranno una casta inferiore dominata sia dagli algoritmi sia dai superuomini.

Di fronte a queste  previsioni al limite del distopico, lo scenario proposto nel romanzo dove la Terra si divide tra Stati avanzati e ultra-tecnologici e Tocqueville arretrate e totalmente analogiche non sembra così distante.

Fonti:

  1. Patrick Mcgee, Elon Musk-backed Neuralink unveils brain-implant technology, Los Angels Times, https://www.latimes.com/business/technology/story/2019-07-17/elon-musk-neuralink-brain-implant-technology, 17 luglio 2019.
  2. Ben Gilbert, Elon Musk’s company implanted chip into monkey’s brain – now he ‘plays video games using his mind’, Business Insider US, https://www.businessinsider.co.za/trending/elon-musk-neuralink-monkey-plays-video-games-using-his-mind-2021-2, 1 febbraio 2021.
  3. Russ Juskalian, A new implant for blind people jacks directly into the brain, MIT Technology Review, https://www.technologyreview.com/s/615148/a-new-implant-for-blind-people-jacks-directly-into-the-brain/, 06 febbraio 2020.
  4. Zoë Corbyn, Are brain implants the future of thinking?, The Guardian, https://www.theguardian.com/science/2019/sep/22/brain-computer-interface-implants-neuralink-braingate-elon-musk, 22 settembre 2019.
  5. Rachel Kraus, Injecting this sensor under your skin could prevent future pandemics, Mashable, https://mashable.com/article/under-the-skin-sensor-flu-pandemic-coronavirus/?europe=true, 06 marzo 2020.
  6. Kurt Wagner, Facebook to Buy startup for Controlling Computers With Your Mind, Bloomberg, https://www.bloomberg.com/news/articles/2019-09-23/facebook-to-buy-startup-for-controlling-computers-with-your-mind, 24 settembre 2019.
  7. Katherine Latham, The microchip implants that let you pay with your hand, BBC, https://www.bbc.com/news/business-61008730, 11 Aprile 2022.