Una nuova specie di essere umano.

E se l’Intelligenza Artificiale Generativa fosse l’inizio di una nuova specie di essere umano bio-tecnologico?

Lo so. Può sembrare un’assunzione forte. Quasi fantascientifica. Ma non dimentichiamoci che stiamo vivendo in un mondo dove quella che un tempo era considerata Fantascienza si sta trasformando in Scienza Fantastica.

Quello che un tempo vedevamo solo al cinema (robot che parlano, cani bionici, intelligenze artificiali, persone con chip impiantati sotto pelle…) fanno ormai parte della nostra vita quotidiana.

La tecnologia è sempre più parte di noi. Anche da un punto di vista biologico.

🖥️ I computer hanno portato la tecnologia nelle nostre case.

📱 Gli smartphone hanno portato la tecnologia nelle nostre tasche.

⌚ I dispositivi indossabili, primi fra tutti gli smartwatch, hanno portato la tecnologia sopra la nostra pelle mettendola in comunicazione costante con il nostro corpo.

Il passaggio da una tecnologia sopra la nostra pelle a una tecnologia sotto la nostra pelle è quindi solo una questione di tempo.

Un recente sondaggio condotto su oltre 4.000 persone nel Regno Unito e nell’Unione Europea ha infatti rivelato che il 51% di loro prenderebbe in considerazione l’idea di installarsi un chip sotto-pelle attraverso cui effettuare pagamenti.

Non è quindi così improbabile la previsione di Yuval Noah Harari che nel suo celebre Homo Deus ipotizza un futuro in cui ci sarà una netta separazione tra chi saprà ingegnerizzare corpi e cervelli e chi no, sostenendo di conseguenza che coloro che salteranno sul treno del progresso saranno in grado di acquisire capacità divine di creazione e distruzione, mentre coloro che rimarranno a piedi si estingueranno. Secondo lo storico israeliano dunque il mondo si dividerà tra una piccola e privilegiata élite di superuomini “potenziati” e la maggioranza delle persone che, non essendo “potenziate”, diventeranno una casta inferiore dominata sia dagli algoritmi sia dai superuomini.