L’Italia è una Comfort Country.

Faccio una critica controintuitiva al nostro paese: in Italia si sta troppo bene. E questo può essere un problema. In Italia si mangia bene, si vive bene, se stiamo male c’è chi ci cura gratis, il costo della vita è relativamente contenuto, c’è un clima fantastico e, con il reddito di cittadinanza, potremmo addirittura ambire a vivere senza lavorare. L’Italia è un comfort country. È la comfort zone fatta a paese. Il problema è che, come è noto, il comfort è il nemico numero uno dell’innovazione. Perché fare innovazione quando non hai problemi quotidiani da risolvere? Non a caso i paesi più innovativi sono quelli dove di base si sta peggio. Dove o innovi o sei perduto. Quando invece si vive nella propria zona di comfort si tende a chiudersi in se stessi, ad avere paura di tutto quello che viene da fuori e a fare di tutto per evitare che le cose cambino. Non si guarda al lungo periodo, ma solo al breve. Un po’ come l’uomo che cade da un palazzo di 50 piani, e pensando di saper volare si ripete: “Fino a qui, tutto bene”. Ma ignora che il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.